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Nove settimane di meditazione
Molti esseri umani, in questo pianeta, vivono una vita con troppo dolore e senza un significato, tutto questo può cambiare utilizzando uno strumento molto potente come la Meditazione.

Qualcosa di così semplice ed a portata di mano di qualunque persona che desidera sfruttarla e fare uno sforzo per cambiare se stesso. Inoltre, può diventare qualcosa di così importante da permetterci di cambiare totalmente in meglio tutta la nostra vita.

La pratica della meditazione, a volte, è associata alla possibilità di raggiungere una sensazione di tranquillità e di rilassamento fisico, infatti adesso anche gli scienziati hanno affermato ciò che gli Yogi e gli Iniziati avevano sperimentato già da molto tempo. Inoltre, la meditazione produce benefici cognitivi e psicologici che rimangono durante tutto il giorno, e tutto questo è stato dimostrato attraverso i cambi nella struttura del cervello, perciò le persone non si sentono meglio soltanto perché si sono rilassate, questo è positivo, però c'è molto di più nella meditazione. Naturalmente i cambi profondi sono più difficili se mom si raggiunge un determinato livello di concentrazione, di Ekagrata, l'attenzione diretta ad un solo punto. E ci sono ancora così tanti altri benefici, che vale la pena, per un periodo, provare a meditare quotidianamente o quasi, per 30 minuti, preferibilmente al tramonto.

Sono stati già realizzati numerosi studi scientifici che hanno evidenziato differenze nelle strutture cerebrali degli assidui praticanti della meditazione con esperienza in questa tipologia di disciplina, e gli individui senza alcuna pratica. Fattori molto semplici, come un maggiore spessore della corteccia cerebrale nelle aree associate all’attenzione ed all’integrazione emozionale, così come l’aumento della materia grigia. Stati molto positivi di equilibrio fisico, di recupero della salute, di centratura, stati emotivi più sereni e stabili. Una mente che inizia a pensare più chiaramente. Questo processo è semplicemente il risultato di aver trascorso alcuni momenti di silenzio e di riflessione. È davvero straordinario conoscere i risultati degli studi scientifici realizzati, poiché possiamo vedere la plasticità cerebrale e come, attraverso la pratica meditativa, possiamo svolgere un ruolo attivo nel cambio del cervello, della nostra personalità e possiamo aumentare il nostro benessere e migliorare la qualità della vita.

Per motivarsi è bene prendere in considerazione un importante insegnamento.
“Non si evolve meccanicamente. L’evoluzione dell’uomo è l’evoluzione della sua coscienza e la coscienza non può evolvere incoscientemente.
L’evoluzione dell’uomo è l’evoluzione della sua volontà e la volontà non può evolvere involontariamente!
L’evoluzione dell’uomo è l’evoluzione del suo potere di fare e fare non può essere il risultato di ciò che accade casualmente”.
Gurdjieff

Un’alternativa per la meditazione

Questa rappresenta soltanto una guida molto semplice, sollecitata da alcuni esseri umani che partecipano alle conferenze organizzate dalla RedGFU e che possiedono così molte possibilità per una spiegazione diretta. È un’alternativa a portata di mano di qualunque persona all’interno di una rete sociale, però, come sempre, è conveniente associarsi a persone che possiedono esperienza nella meditazione e che lavorano in gruppi, soprattutto coloro che si trovano in una linea di tradizione nell’ambito dello Yoga.
Il primo assunto, che possiamo sostenere, è che qualunque essere umano può raggiungere risultati, che dipendono dal proprio impegno, purché sia reale ed effettivo. Questa è una tecnica “preparatoria” che possiamo utilizzare per tutta la vita, e che serve come fondamentale preparazione per il successo assicurato, nel cammino verso la pienezza che meritiamo tutti come esseri umani; ciò che chiamiamo “illuminazione”, focalizzato verso il “vero stato di meditazione”. Ciò che è fondamentale per raggiungere qualche volta “uno spazio reale” di esistenza, è prepararci lavorando sui nostri vizi, sui nostri limiti e sulle nostre virtù. Conoscere il positivo ed il negativo della persona che siamo, ci da l’opportunità di rompere, cambiare, riformare, ciò che vediamo come necessario, per nostra propria scelta. “Cosa cambiare?” La nostra struttura psicologica, la personalità, l’ego, il nostro *ECRO : Estructura (Struttura), Conceptual (Concettuale), Referencial (Referenziale), Operativo (Operativo). Ciò che cambia il colore delle cose che “entrano” in noi, ciò che filtra e confonde, ciò che trasforma la realtà, che invece dovremmo vedere così com’è. Il punto è che se non ci osserviamo intimamente, non vediamo le cose come sono realmente, ma le vediamo come “siamo noi stessi”. Vediamo con “questi occhi” ed a volte non sappiamo ciò che ci perdiamo, e non abbiamo coscienza di possedere “occhi” più profondi attraverso i quali osservare più coscientemente. Così, successivamente, diventa più facile confrontarci con la realtà e scoprire che possiamo renderci responsabili di noi stessi e di ciò che ci accade.

Perché conoscere veramente ciò che siamo? Perché non dobbiamo trascorrere la nostra esistenza dando il potere a qualcun altro come il nostro ego oppure seguendo semplicemente la corrente sociale, quasi addormentati, perché alla fine ci troveremo a dipendere dalle scelte degli altri, trasformati in marionette incoscienti da pensieri estranei e da azioni che non ci appartengono, consumando quasi tutto ciò di cui non abbiamo bisogno, e quasi nulla di ciò che ci serve realmente. Attribuendo molto valore al nostro Ego e non a ciò che siamo come esseri, ci sembrerà di essere controllati dal nostro Ego, ma in realtà verremo controllati da tutto il resto.




GUIDA PER MEDITARE


Questa guida richiede un lavoro completo di 9 settimane per coloro che non possiedono un allenamento, mentre per i meditatori che vogliono ripassare, basterebbe la prima settimana e poi potrebbero passare a quelle successive.
Tuttavia, è necessario adattarlo alle necessità ed alle possibilità di ogni persona o gruppo ed il tempo della pratica può variare, per esempio se si lavora 3 o 4 giorni in una settimana, serviranno due settimane per passare a quella successiva. 


SUGGERIMENTI

Nella propria casa, all’interno o all’esterno, o dovunque sia, individuare un luogo tranquillo, però se non dovessimo incontrarlo, allora non tranquillo, così non ci sono scuse, diventa più difficile, però si può realizzare ugualmente. È possibile praticare in famiglia, con i figli oppure da soli, inoltre è possibile cercare un luogo dove si pratichi meditazione e tutto può diventare più facile attraverso il lavoro di gruppo, come nelle sedi della RedGFU nel mondo, soprattutto negli Ashram, centri di sviluppo umano, transpersonale ed ecologico.

È preferibile al tramonto, tra le 19 e le 21, quando la natura si ritira, però si può realizzare in qualunque momento, potrebbe anche darsi al mattino molto presto al risveglio, anche se così non potremmo avere molto chiara la visione del giorno precedente. È necessario soltanto darsi del tempo per se stessi e così potremmo cambiare molte cose o quasi tutto, aggiungendo minuti alla nostra vita, attraverso questo “conoscersi da dentro”.


PRIMA SETTIMANA

Settimana di allenamento, necessaria per imparare ad osservarti, se non dovesse bastare, è necessario continuare fino a raggiungere questa prima tappa. Per supportare l’inizio della pratica, oltre alla meditazione al tramonto, è importante, durante il giorno, allenare la concentrazione per facilitare l’ Ekagrata: in qualunque momento mantenere l’attenzione continua su di un oggetto comune, come un vaso, una lampada, una scarpa, un tavolo ...
Osserva l’oggetto per un minuto, e successivamente riproducilo con la massima precisione durante 5 minuti, ad occhi chiusi, senza pensarlo, soltanto provando a riprodurlo. Cosa accade quando lo faccio? Scrivi in un diario o in un quaderno destinato a questo lavoro di 9 settimane, le difficoltà che hai incontrato e l’esperienza vissuta al momento di concentrarti.

Tecnica di meditazione: molto semplice, mezz’ora tutti i giorni in cui possiamo, prima di cenare e dormire. È raccomandabile prima farsi una doccia a temperatura naturale, per prepararsi al momento puliti e freschi, poi rilassarsi ed osservare la nostra mente, concentrati nel punto dell’intersezione delle sopracciglia. In seguito, respirare profondamente, rilassarci ed iniziare a ripercorrere la visione della nostra vita durante il giorno appena trascorso. Con il trascorrere del tempo, useremo questa tecnica per osservare giorni o settimane, oppure periodi della nostra infanzia, ma inizialmente focalizziamoci su qualcosa di semplice, diretto, quotidiano, immediato, reale ed effettivo. Non dobbiamo provare a “risolvere” tutta la confusione che ci portiamo dentro repentinamente, bisogna iniziare dalle piccole cose.


Elementisu un tavolino, una sedia o qualcosa che lo separi dal pavimento, collochiamo un buon incenso ed una candela accesa. Questo è molto importante perché al buio potremmo entrare nelle parti incoscienti senza rendercene conto, invece è fondamentale rimanere in superficie, osservare la quotidianità, ciò che siamo come persona, i nostri “pilastri” psicologici. Aggiungere un suono per segnalare l’inizio e la fine.

Posizionequalunque posizione con la colonna vertebrale eretta, senza alcun appoggio per non addormentarsi. Possiamo utilizzare un banchetto da meditazione, oppure un cuscino, semplicemente incrociando le gambe o allungandole se non possiamo fletterle, oppure seduti in una sedia senza utilizzare la spalliera. Le mani possono formare un mudra, oppure avere un’attitudine meditativa o ricettiva oppure essere collocate sopra le gambe.


1Segnare l’inizio. Può essere effettuato con una campana, questo ha il significato di cambiare il ritmo, di farci entrare nel momento di stare con noi stessi, ed è già meraviglioso. Prima di tutto, utilizziamo qualche tecnica di rilassamento dai piedi alla testa respirando profondamente, esalando e rilassando, accomodando il corpo, successivamente centrando le nostre emozioni e tranquillizzando la mente ubicandola nel presente, diretta al compito, occupandola, “collocandola per vedere il film”; se dovessimo distrarci, iniziamo nuovamente, è solo una questione di pratica, la mente necessita soltanto di essere occupata, di essere centrata nel qui ed ora.



2Per dieci minuti, osserviamo il giorno appena trascorso, da quando ci siamo svegliati, provando ad osservare noi stessi come se fosse un film proiettato all’altezza dell’intersezione delle sopracciglia. Osserviamo come ci siamo sentiti: fisicamente, emozionalmente, mentalmente, dal momento del risveglio, quando ci siamo guardati allo specchio, che facciamo, i vestiti che indossiamo, le situazioni; successivamente osserviamo come ci comportiamo nella coppia, con i figli, da soli, le discussioni, la compagnia, il lavoro, praticamente osserviamo tutta la giornata di questo essere umano che siamo noi stessi fino al momento in cui ci troviamo, seduti a meditare. Eseguiamo la pratica con l’idea di cercare qualcosa che consideriamo negativo in ciò che osserviamo, potremmo definirlo un limite, un vizio. Senza pensare che andremo a diminuire la nostra autostima, semplicemente osserviamo, nessuno è perfetto né eccessivamente difettoso, siamo umani e proprio per questo abbiamo qualcosa da migliorare.

3Successivamente, per altri 10 minuti ripassiamo lo stesso film nella nostra mente osservando qualcosa di positivo, delle virtù, è importante ricordarsi di lavorare entrambi gli aspetti e non soltanto uno.


4. Alla fine, per altri 10 o 15 minuti ci concediamo del tempo per individuare come poter superare i limiti e rafforzare le virtù. In modo semplice e concreto, con la pratica si presenteranno molte possibilità, bisogna soltanto iniziare ed avanzare quotidianamente nel ripercorrere le proprie giornate.


5Terminiamo “chiudendo” la pratica con un’attitudine costruttiva di ringraziamento per questo giorno appena trascorso, qualcosa abbiamo raggiunto, anche se non è tanto, meglio “chiudere” per riposare ed iniziare un nuovo giorno con maggiore consapevolezza di noi stessi, inoltre ci diciamo “ sono in pace, per oggi, con me stesso e con il mio destino presente”. Inizialmente, può richiedere qualche sforzo, però successivamente creeremo un “osservatore” dentro noi stessi. Chiudiamo con un tocco di campana, un cuenco, un diapason oppure semplicemente terminiamo.


Scrivi nel tuo diario ciò di cui ti sei reso consapevole ed appunta ciò che ti sembra importante, anche le interruzioni e le distrazioni che hai avuto.

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